Sala Tracciato dei cantieri navali Ansaldo

Genova, Genova Sestri Ponente

Descrizione area

(Antonio Vezzi, 1938-39)

A metà Anni ’30 il cantiere navale di Sestri Ponente, smaltita la sbornia dei trionfi del “Rex”, è in grande affanno: l’onda lunga della crisi del ’29 continua, e una serie di commesse particolarmente impegnative (il transatlantico appunto e l’incrociatore “Bolzano”) ha evidenziato tutte le carenze dell’impianto: limiti dimensionali, incongruenze organizzative, obsolescenza tecnologica.
Ha un che di provvidenziale allora la nomina ad amministratore delegato di Ansaldo, nel 1935, di Agostino Rocca, ingegnere elettrotecnico dalle conclamate capacità manageriali, tanto da essere in quello stesso anno anche al vertice di Dalmine e SIAC.
Rocca si impegna quindi in una vasta opera di razionalizzazione del cantiere: razionalizzazione degli spazi tramite l’acquisizione di aree limitrofe; razionalizzazione logistica attraverso una maggiore connessione fra le lavorazioni a monte e a valle della ferrovia, grazie alle nuove teleferiche montate su colossali pilastri in calcestruzzo armato; razionalizzazione produttiva con la posa di una diga frangiflutti tale da permettere il varo di navi anche con mare grosso.
E’ in questo processo che si colloca la costruzione della Sala Tracciato. Ma cosa significa questo termine? Nei cantieri navali la “sala tracciato” (o sala a tracciare) è un grande ambiente in cui si disegnano al vero i piani di costruzione e le strutture delle navi, ricavandone gli elementi occorrenti alle officine per l’esecuzione pratica. Tale funzione richiede quindi abbondante luce diffusa e assenza di intralci quali pilastri, e la nuova Sala Tracciato di Sestri soddisfa entrambe le esigenze, essendo sormontata da portali in calcestruzzo armato con architravi reticolari a cui si addossano tre file di shed aperti verso nord.
Tale soluzione, così come l’aspetto simil-behrensiano dell’intero edificio, si deve ad Antonio Vezzi, progettista sul quale in rete non si trova alcun cenno, né riguardante altre opere né in generale a proposito della carriera o del destino. Insomma l’esatto opposto di Rocca che, decaduto dagli incarichi nel ’43 e assolto dalle accuse di collaborazionismo nel ’46, emigrò in Argentina dove fondò la Techint.

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